APPENDICE
"Apprezzo delle terre di Gallicchio e Missanello nella provincia di Basilicata
fatto d'ordine
del detto S.C. dal
Tabulario Salvatore Pinto sotto il 24 di luglio 1642 ",
tratto dalla
Tesi di Laurea
dell'Arch. Lucia Caradonna "Apprezzo delle terre di Gallicchio,
Missanello e Castiglione" discussa
presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di
Napoli "Federico
II" nell'anno accademico 1997-1998*
" Essendomi conferito apresso la
persona di V.S. nella Provincia di Basilicata per l'apprezzo delle Terre
di Gallicchio e Missanello site nella detta Provincia , hò trovato che
la detta terra di Gallicchio sia distante dalle città di Napoli miglia
111 (...)
Stà questa terra posta in una schena di Collina
rinchiusa d'altre colline celando con i suoi edifici quasi in una delle
Valli d'essa (..) è per la dissualità del suo posto rende i suoi
edificii ineguali di sito in terra aperta, e senza mura, bensì unita di
maniera che a prima vista pare racchiusa per causa dell'unione de
casamenti. Camminasi per essa per una strada Maestra che comunica con
diversi vichi e strade assai penninose et terminate dalle medesime
casamente, sono più presto lorde che polite, le dette strade per causa
che la naturalezza del luogo lo ricerca per esser luogo , et edificata
sopra brecciaro condenzato e dalla natura (...)
Sono i suoi edificii in
primo, e secondo ordine coverte la maggior parte di imbrici e con poco
ordine d'architettura, il rimanente son case di ligname coverte à
seconda all'uso de nostri primi progenitori il tuttto per la gran povertà
e miseria che domina la detta Terra, cibandosi li poveri Terrazzani al
più delle volte d'herbe selvaggi e con alcune poche carni di capre. Sono
privi salzume, et ogni altra cosa commestibile per le distanze de paesi,
ben vero, che nei tempi d'estate hanno de buoni frutti di maniera che se
danno alle Terre convicine per essere questa la maggiore instrada che
possono havere, et imborzandosi alcun danaro con quale poi vanno
supplendo a loro pesi e debiti e questo lo fanno alcune poche case che
tengono comodità nè fra essi Citadini vi è una casa signalata con
facoltà, sono in generale poveri rustici e bracciali foresi e fatigatori
che per posserno vivere escono fuora terra alla giornata, così nelli tempi
d'inverno, come nei tempi d'estate con la zappa al mietere vittovaglie
governandosi poi loro pochi territorii, con vigne et oliveti al meglio
che possono.
Le donne di tal paese sono al generalmente di mal'aspetto
benchè di buona statura, con tutto ciò più presto atterriscono che
allettano e così siegne anco la fangiullesca stirpe. Non son genti
risssose, ma presto quiete, al più di buona intenzione vestono assai
poveramente e con rozzi panni che le tessono le medesime loro donne le
quali anco s'applicano al filare le dette lane e lini benchè rozzi e
tessendoli si vestono. Non sono fra esse persone Civili, ma solo un
notaro, scarsa et è anco d'artisti per comodità di essi habitanti,
eccetto che d'un barbiero, due mammane, diece mannesi, il medico li
vieni di fuora, chi tiene comodità di sodisfarlo, e chi nò si lascia
governare confidando dalla providenza divina.
(...) sono essi territorii
assai scarse d'acque non avendo altr'acqua che de Valloni e Fiumara che
li sono di sotto e con solo due fonti una ch'è nel principio di
detta Terra dalla parte Superiore, la quale è buona, et è sufficiente nè
è mancante, et un'altra alla parte di Basso al piede di essa Terra di
poca buona qualità e mancante. Si mantengono nei detti territorii dà
partiolari di essa terra , poco numero d'animali vaccini per coltura et
altro, che sarendo dai cento. Di capre e pecore dai 500, di porcine da
200, e da sommarini da venti e benchè essi territorii siano capaci
di più viene non di meno dall'Impotenza de' Cittadini. Sono in essi
territorii caccia grossa di pelo, però pochi vi si esercitano.
Si regge
e governa la detta Terra per trè eletti et uno Sindico, l'elettione e
nomina di essi si fà dalli officiali vecchi in pubblico parlamento e poi
confirmati dal Padrone. Viene essa terra à collette per pagare suoi
debiti e pesi che tiene come sono per fiscali annui ducati 447
A particolari Instrumentarii annui
70
Al Clero con il peso
dell'Instrumentarii sepelienti da citadini annui 29-2-20
A Monsignor vescovo annui 22
A quelli che danno l'acqua alle
moline del Padrone annui 8
La provisione del Cancelliere annui
ducati 20
Per la provisione del à guardiani
delle vigne 25
Per mantenimento per l'horologgio
6
Per la portolania, che paga al
padrone annui ducati 13 oltre l'estraordinario
Di maniera che la povera
Università sempre se ritrova opressa
Se ritrova poi l'habitatione del
Padrone fatta novamente ne è ancor finita la quale è nel mezzo di essa
Terra, havendo l'ingresso dalla parte di Ponente, e l'aspetto dalla
parte di mezzo giorno è sopra la piazza di essa terra, consistente in
uno intrato grande, e tonno lavorato di stucco, è mattoni con cornicioni
di sopra i medesimi materiali per quanto contiene detta porta,
serrandosi con porta semplice di castagno (...) dalla parte poi di fuora
esso Palazzo se ritova una Cappella la quale conforme dimostra è inclusa
dentro la pianta di essa Casa, però dicono sia dell'Università ,
celebrandosi in essa cotidianamente per ordine del signor Principe
padrone di essa Terra (..) E dalla parte di sotto di esso Palazzo verso
la piazza di detta Terra è un magazzino grande che è per il
contenuto di una parte della sala, et anticamera, et appresso un altro
magazeno, che è per quanto contiene il Camarone, e loggia coverta.
(...)
Et in quanto allo Spirituale detta Terra ritrovasi soggetta al Vescovo
di Tricarico (...) tiene la detta Terra di Gallicchio la sua Madre
Eccellentissima nella sua piazzetta, dove sono anche le Carcere civili,
e criminali e il suo tribunale da Regere giustizia, con un'altra Camera
coverta à tetti e con esse attaccate sono le Carcere civili, che sono
dell'Università, da dove anco si gode quella poca prospettiva accennata
di sopra. É
la suddetta Chiesa di mediocre grandezza coverta à tetti con il suo
campanile fabricato di mattoni e con quattro ordini, è cappello
con una campana di mediocre grandezza, però essa chiesa non corrisponde
all'architettua del suo campanile, havendo a destro, et à sinistro,
delle sua nave alcune cappelle stontate alle mura maestra d'essa e con
pochissimo ordine. Vi è il suo altare maggiore dove di continuo assiste
il Santissimo, tiene il suo fonte battesiminale con coro. Di soperiore
l'ingesso vi sono da diece cone e tra' esse quattro di bona pittura con
due confraternite una del Santissimo, et l'altra del Santissimo Rosario,
vi è la sua Sacrestia formata sotto il campanile suddetto, dove si
conservano suoi apparati à sufficienza (..) et officiata dal suo clero,
che è il suo reverendo Parroco con altri sacerdoti, officiando in essa
nell'horo Canoniche, con la celebrazione delle messe giornaliere non
tengono esse Sacerdoti, entrade ma solamente ordinati ad servitium
ecclessia, vivendo di elemosina, e per decime, quali ascendono alla
somma di cinquanta tommola di grano, che li vengono stabilita dall'anime
di essa Terra, e di esse se ne dà la parte a Monsignor Vescovo, et ango
tengono alcuni pochi territorii da quali si percepiscono alcune volte
quindici ed altre volte venti tomole di grano quali serveno per riparo e
mantenimento di essa Chiesa, i suoi apparati, cere, et altro et
avanzandovi alcuna cose se ripartisce per esso Clero, viveno anco con il
servitio di eccellentissima chiesa e sue Cappelle e le Cappelle di
fuori di essa Terra dalla parte settentrionale sono sotto il titolo di
Santa Maria delle Grazie, e l'altra è al basso di detta Terra dalla
parte di mezzogiorno, dalla quale parte sono strade assai penninose e
precipitose e la detta Cappella grande, sta coverta à tetti sotto il
titolo di Santa Maria del Carmine al suo altare maggiore e l'imagine di
Santa Maria del Carmine, benchè moderna, e molto devota, e custodita da
un fraticello tertiario, et in essa si và celebrando di continuo dal
suddetto Clero con elemosine, e per devozione.
Seguono li corpi
d'entrate feudali che si possiedono in detta Terra di Gallicchio dal
Padrone di essa, cavati da libri originai di erarii che hanno
admininistato dall'anno 1635 insino all'anno 1642 (...) e sono li
seguenti Mastrodattia; Giornatieri di Bovi; Feudo di Castiglione, Difesa
d'Acri; Vigna della Corte di Gallicchio; Censi s'esigono dai
particolari; Pantanello dell' Onda; Decime de Particolari; Censi da
particolari per la vigna di Valleterrata; copertura della Valleterrata,
e Molino ".
* Ringaziamo l' Arch. Lucia Caradonna per
averci gentilmente consentito di pubblicare alcuni brani della sua lunga
trascrizione del testo manoscritto conservato presso l'Archivio di
Stato di Napoli.