A Serra Lustrante,
contrada dell' agro di
Armento, si sviluppò
a partire dalla
seconda metà del IV
sec. a.C.
un'importante area
sacra con un
santuario dedicato
ad Eracle. Questa
località
era conosciuta fin
dagli inizi
dell'Ottocento,
quando
funzionari o
personalità locali
spesso in rapporto
con grandi
collezionisti o
musei europei
dell'epoca
effettuarono numerosi
scavi nel
bacino interno
dell'Agri e del
Sinni. Infatti il 2 agosto
del 1814 il
Colonnelllo
murattiano D.
Sponsa, di Avigliano
trovò in un sepolcro
del sito di Serra
Lustrante:
"Una ghirlanda d'oro
con iscrizione di 27
lettere
Un fauno di
bronzo dall'altezza
di un palmo e mezzo
Un candelabro di
bronzo in cinque
pezzi.
Quattro vasi grandi
Una ventina di vasi
piccioli di ricco
valore
Una corniola
Degli ornamenti di
donna in vari pezzi
d'oro, ma rozzi"
La preziosissima
"corona o ghirlanda
d'oro dal
peso di un
rotolo e due once"
così venne
descritta da Racioppi:
"E' una ricca
intrecciatura di
nomi e frondi di
quercia, con un gran
rigoglio di fiori a
corolle e calici
aperti e smaltati in
blu - turchese.
Alati insetti pare
si appoggino sulle
estremità oscillanti
per i delicatissimi
gambi dei fiori e
alcune figure di
donne alate poggiano
sui rami che formano
il serio, il tutto
in oro. Meraviglioso
gioiello in cui la
libera leggerezza
dell'esecuzione,
l'avvisato
scompiglio
dell'insieme e il
ricco intreccio
della vegetazione
danno al tutto
l'espressione della
natura viva e reale.
Porta scritto in
greca lettera
dell'alfabeto
enclideo: Kreitonios ètecke
toei stèfanon: Critonio
dedicò questa
corona. E se costui
fosse l'artefice o
possessore non so:
ne so decidere, tra
gli opposti pareri,
se opera a
destinazione funebre
o se piuttosto a
destinazioni civili
solenni, prima
dell'inumazione. La
grafia dei caratteri
indicherebbe i
principi del VI
secolo avanti
Cristo. Probabile
opera grecanica
della civiltà
italiota."
Secondo
la tradizione, la
corona aurea di Kritonios
fu
venduta per sessantamila ducati
per finire nel Museo
Archeologico di Napoli
e da qui, come dono
di nozze dei
Borboni, alla corte
degli Asburgo
di Vienna, quindi al
Museo Statale di
Monaco di Baviera
dove viene
conservata anche la
statua bronzea del
Satiro
inginocchiato.