Altre curiosità .....
Lo stemma di Gallicchio
era all'inizio del XX secolo uno scudo in campo azzurro
con un gallo d'oro poggiato su tre cime di colore verde,
che sostiene con la zampa destra una freccia rossa
nell'atto di lanciarla. Successivamente è stato
impreziosito alla base da un sostegno ottenuto con
l'intreccio di foglie di alloro e di quercia, unite da
un nastro tricolore e alla sommità da una corona
turrita. In araldica il gallo, rappresentato con una
zampa alzata e armato, è simbolo di ardore e di coraggio
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Riproduzione in legno
dello stemma di Gallicchio dell'artista
Michele Maffeo |
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Il
gonfalone di Gallicchio è un drappo di seta blu riccamente ornato di
ricami con fili argentati, dorati e di sete sfumate, con il nome
del comune disposto a semicerchio sullo stemma, ricamato tra la
corona turrita e la palma di alloro e quercia. Una
cravatta tricolore frangiata in argento è annodata sulla parte
superiore della lancia, cordoni con fiocchi terminali pendono
sui due lati dalla traversina orizzontale. La bandiera è un
drappo di seta bianca, frangiato in oro, con al centro lo stemma
del comune finamente ricamato in filato d'argento e sete
sfumate. Viene conservata anche una bandiera tricolore di
seta del 1884 con al centro un gallo su una sfera,
ricamato con filati sfumati. Sopra il gallo è ricamata in
filati dorati la scritta "Comune di Gallicchio".
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La
nobilissima famiglia siculo-napoletana dei Coppola, detta in
origine talvolta anche dei Coppolati, prese il suo cognome
dal fatto che nel suo stemma era rappresentata una coppa
(coppola in protoitaliano), ossia un calice da messa in campo
azzurro seminato di gigli di Francia e ciò in diverse versioni,
a seconda dei rami in cui la famiglia si scisse; nulla a che
fare dunque, in questo caso, con la berretta rinascimentale che
fu anche detta coppola, in quanto aveva la forma di coppa
rovesciata. Il
ramo iscritto al seggio di
Portanova, di cui facevano parte i Coppola feudatari di
Gallicchio, aveva uno stemma con una
alla coppa d'oro
in campo azzurro sostenuta da due leoni d'oro (decorato coi
titoli di principi di Gallicchio e conti di Sarno).
Il costume tradizionale di
Gallicchio era, per gli uomini, a pantaloni corti fino al
ginocchio, calzette nere mezza stoffa alte fino al
ginocchio, abbottonate sul lato esterno, corpetto guidato a
doppio petto, con bottoni lucidi, giacca quadrata a doppio
petto. La camicia era bianca con il colletto rivoltato sul
bavero della giacca. Le donne portavano la gonna di panno di
lana, blu o nero, un busto con galloni colorati o dorati, la
camicia un pò scollata, con le maniche lunghe e molto larghe e
un fazzelettone in testa. D'inverno sul busto mettevano un
giacchettino, dello stesso panno e colore della gonna, con
maniche adderenti e coprivano la testa con un panno
quadrilatero, detto "pannëcìellë",
sempre del colore della gonna e del giacchettino.
A
Gallicchio mai nessuna donna ha ricoperto la carica
di Sindaco. Nel 1970 si presentò a capo di una lista civica
l 'allora giovane liceale Michelina Pandolfo, che non vinse le
elezioni, ma entrò a far parte del consiglio comunale.come
rappresentante della minoranza, divenendo la prima donna
"consigliere" della storia della municipalità gallicchiese.
L'attuale vice-sindaco Maria Chiara Montemurro è invece la prima
donna a ricoprire la seconda carica per importanza della giunta
comunale.
Gallicchio non compare sulle cartine degli atlanti geografici
non essendo attraversato da alcuna strada statale. Secondo il
notaio Vincenzo Mazziotta (1875-1945), che annotò in un
manoscritto di memorie molti avvenimenti riguardanti
la storia di Gallicchio, il progetto di un certo Ing.
Marocco prevedeva che la SS 92 Appennino Meridionale, che
ora passa a circa un chilometro da Gallicchio,. " doveva
dai vignali Bavusi scendere nella Cannecarea; sboccare per
sotto l'arco De Luca nel Piazzile, indi per la casa di Ciccillo
Gesualdi attraversare il nostro orto, uscire nella via della
fontana ed a S.Rocco svilupparsi per le strettole De
Luca-Lagomarino-Valle Muta-Missanello. (...) Ma i dominatori di
allora si erano aclissati e quel gentiluomo (venuto sul posto
per definire esso progetto), con tale indecente accoglienza si
dispiacque e rimase male (......) e partì dicendo: Gallicchio
non vuole la strada. Infatti la allontanò dove ora si trova
(...)". Per collegare il paese alla SS 92 venne costruita
una strada comunale, divenuta provinciale nel 1965 quando fu
allargata e asfaltata.
Gallicchio è uno dei pochi paesi dell'Italia Meridionale in cui
non c'è la conduetudine dello "struscio". Nell' abitato del
paese, che si inerpica lungo una dorsale scoscesa, manca un
corso, una strada centrale, bella e importante, in
cui la gente possa recarsi sul far della sera a passeggiare, a
fare avanti e indietro le cosiddette "vasche". L'apertura nella
seconda metà degli anni settanta di un bar nei pressi del
vecchio campo sportivo portò i gallicchiesi a compiere
passeggiate di più di un chilometro per raggiungere quello
che d'estate divenne il punto di ritrovo e di svago per i
giovani del paese. Da allora si è consolidata l'abitudine
di uno "struscio", tutto gallicchiese, dal paese
alla zona campo sportivo, dove nel frattempo sono sorti un
campo di calcetto, un campo da tennis, un parco giochi per
bambini e dove, dal 2009, un immobile
della comunità montana, che sorge a ridosso degli impianti
sportivi, è stato dato in gestione per l'apertura, nel periodo
estivo, di un piccolo bar.
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